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Le sei corde della regina

Pubblicato da BettingMaker | domenica, novembre 18, 2007 | | 0 commenti »




Brian May è l'anima dei Queen, il suo autentico cuore musicale. Un vero e proprio paradosso che possono comprendere solo coloro che conoscono bene i Queen: Brian, dei quattro, è quello che ha cercato meno il compromesso col pop, ma nessuno mette in dubbio che, musicalmente, sia l'elemento chiave. E non solo per l'inconfondibile suono della Red Special ma perché sembra destinato a vivere per i Queen. Si può facilmente dedurre che le sue esperienze musicali da solista sono sempre state vissute manifestando un senso di nostalgia per la "Regina". Brian Harold May nacque il 19 luglio 1947 a Hampton, Middlesex, a sud di Londra. Dopo aver acquisito una discreta cultura musicale suonando il pianoforte (e l'ukulele del padre), all' età di quindici anni cambiò strumento e decise di imbracciare per la prima volta una chitarra. Si sentiva attratto da quello strumento, dalla possibilità di agire direttamente sulle corde. Scelta felice, visto che diventerà uno dei più significativi chitarristi moderni. Grande fan di Buddy Holly e di Lonnie Donegan, fin da bambino iniziò a suonare la chitarra in svariate band locali, anche se molti dei gruppi in cui fu coinvolto non superarono mai lo stadio delle prove negli scantinati. Non potendosi permettere l'agognata e costosissima "Fender Stratocaster", Brian progettò e costruì la sua chitarra artigianale, con l'aiuto del padre. Padre e figlio avevano già realizzato manufatti in legno e metallo, e Brian era uno dei migliori studenti di fisica. La scelta dei materiali fu davvero piuttosto bizzarra: il corpo della chitarra era di mogano massiccio e fu ricavato dalla cornice di un caminetto vecchio di due secoli mentre le molle dell'unità di tremolo non erano che il riciclaggio di un vecchio ciclomotore. Per la costruzione dello strumento musicale furono usati anche bottoni di madreperla ed elementi di un telefono. Alla fine, la chitarra venne a costare solamente otto sterline! A dispetto della sua natura artigianale, sarà proprio con questa scalcagnata chitarra "caminetto" che May suonerà (usando come plettro una moneta da sei pence) in tutti gli album dei Queen, e sarà lo strumento che lui ancora oggi predilige sia in scena che in studio. La battezzerà, in seguito, "Red Special". Brian e il padre Harold costruirono anche un telescopio, grazie al quale si appassionò così tanto all'astronomia che nel 1967 si iscrisse, presso l'Imperial College" di Londra, ad un corso di laurea in Fisica. Dopo qualche perplessità, legata alla delusione per lo scioglimento dei "1984" ( gruppo nel quale oltre a May suonava anche Tim Staffel), decise finalmente di conciliare lo studio con l'hobby della musica. Appese così alla bacheca del College questo avviso: "Cercasi batterista stile Mitch Mitchell/Ginger Baker". L'annuncio venne raccolto da uno studente, Les Brown, il quale passò subito l'informazione al suo compagno di stanza Roger Taylor. "Pensammo che Roger fosse il miglior batterista che avessimo mai visto. Lo osservai intonare un rullante - non l'avevo mai visto fare prima - e ricordo che mi colpì il suo aspetto estremamente professionale", ricorderà anni dopo Brian. Con Roger e Tim Staffel formò gli "Smile" ma, a causa di dissidi interni, la band si sciolse. Da quelle ceneri nacquero poi i Queen... Da lì in poi sarà un'ascesa inarrestabile, fino alla morte di Freddie Mercury. La sua principale hit rimane "We Will Rock You", una canzone che, con il passare degli anni, è diventata un vero e proprio inno. Sarebbe però ingiusto dimenticare che Brian ha firmato una serie di canzoni classiche del repertorio dei Queen, come il suo primo successo "Keep Yourself Alive", la bizzarra "Brighton Rock", "Now I'm Here", la chicca "39" inclusa in "A Night At The Opera", l'incalzante "Tie Your Mother Down", "Fat Bottomed Girls", Save Me, l'esplosiva "Hammer To Fall", la coinvolgente "I Want It All" e le fantastiche ballate "Who Wants To Live Forever e "Too Much Love Will Kill You".



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